La settimana della Caritas Giordania in Campania: il racconto di un'operatrice

Il viaggio tra le Caritas diocesane campane secondo il punto di vista emozionante della referente dell'Osservatorio Risorse e Povertà della Caritas di Nola Luisa Sbarra
Accoglienza

La settimana della Caritas Giordania in Campania: il racconto di un'operatrice

L’inizio del nostro percorso insieme alla delegazione della Caritas Giordania ha avuto luogo di sera, in una quasi vuota stazione ferroviaria di Afragola. L’organizzazione e i vari preparativi andavano avanti già da alcuni mesi. Pian piano, passo dopo passo, da quando il nostro vicedirettore Raffaele aveva annunciato il viaggio degli operatori giordani, abbiamo visto concretizzarsi davanti ai nostri occhi l'arrivo della delegazione di Caritas Jordan.

Appena li abbiamo visti scendere dalla scala mobile della stazione, sono partiti abbracci e saluti, come se già ci conoscessimo e in effetti un po' era così. Conoscevamo i nomi di alcuni di loro e il loro servizio come operatori Caritas, ma solo il viso di Rami, colui che ci ha fatto da portavoce e da collegamento e con il quale avevamo interagito tramite la piattaforma Zoom per questo gemellaggio, era familiare.

Loro stanchi (sia per le due ore di ritardo del volo sia per gli spostamenti da Roma con i mezzi), ma sorridenti e felici di essere finalmente arrivati in Campania. Per tutta la durata del loro soggiorno sono stati ospitati presso il centro Elim, struttura Caritas della Diocesi di Nola, sita in Somma Vesuviana, dove lavoro in una squadra composta anche da Luana e Pasqualina. Abbiamo cercato di farli sentire a casa, di fargli trovare tutto ciò di cui potevano aver bisogno.

L'accoglienza in Campania è stata a cura dalla Caritas di Acerra. Nella loro settimana di permanenza in Campania, hanno avuto il privilegio di visitare il Duomo di Napoli e il Tesoro di San Gennaro con la Caritas di Napoli e di essere testimoni di quanto fanno per i senzatetto e per le mamme con i bambini immigrati senza dimora. Inoltre, sono stati ospiti dell’Università Suor Orsola Benincasa, dove hanno potuto ammirare Napoli da una prospettiva diversa e visitare il museo e i laboratori di giornalismo, cinema e radio ed essere informati sulla loro offerta formativa. Presso la Caritas di Castellamare di Stabia hanno incontrato gli operatori del centro di ascolto e sono stati nella struttura dove sono presenti la mensa e gli alloggi; a Sorrento poi hanno visitato il centro dove si svolge il progetto per i corridoi umanitari. Nella Diocesi di Teggiano-Policastro, dopo l’incontro con il vescovo Antonio De Luca e la visita al museo e alla Cattedrale, si sono recati al centro Caritas di Postiglione, dove vi è un laboratorio di ceramica e una casa di cura per gli anziani.

Particolarmente affascinati e impressionati sono stati nel giorno trascorso nella nostra diocesi di Nola, non solo per la ‘Testimonianza di Pace’, tenutasi presso la parrocchia Maria Santissima del Rosario di Pomigliano d'Arco e curata da loro stessi con la partecipazione del Direttore Caritas Jordan, Wael Suleiman in videochiamata. Interessanti sono stati anche i successivi incontri. Subito dopo il pranzo con il nostro vescovo di Nola, Francesco Marino, abbiamo fatto visita al SERD di Pomigliano, dove ci hanno accolti i dottori, gli psicologi e gli educatori del centro. Per loro è stato uno dei momenti più interessanti. Hanno messo a confronto il nostro sistema con il loro. Nei casi di dipendenza patologica da noi il 95% degli interessati sceglie di avere il supporto della famiglia e di condividerne insieme il percorso, in Giordania è il contrario, perchè il percorso si vive tutto da solo. Hanno fatto tante domande sul nostro SSN e gli è stato spiegato qual è la prassi in Italia e quali sono le terapie nelle varie tipologie di dipendenza e nei loro livelli di gravità. Per loro è stato interessante sentir parlare di ludopatia, quasi inesistente nel territorio giordano. Subito dopo siamo andati tutti insieme in un alto centro della Caritas di Nola: Mondominio, a San Giuseppe Vesuviano. Lì ci hanno accolti il responsabile della struttura, Michele, e tutti gli operatori e gli ospiti. I membri di Caritas Jordan hanno, dapprima, ascoltato la storia di un ex utente riguardante l’inclusione sociale e non solo; l’hanno sentito parlare onestamente della sua storia personale, del suo primo contatto con la droga, del fatto di aver vissuto in auto, della perdita di ogni cosa e della sua rinascita, ripartendo proprio da quel centro dove lui adesso si trova, non più come un ospite, ma come un operatore. Hanno ascoltato poi una persona molto più giovane, che svolge tuttora da noi, al Centro Elim, una misura sostitutiva alla detenzione. Gli hanno sentito raccontare di come il fatto che lui, già da minorenne, avesse commesso un reato l’ha pregiudicato in un’altra circostanza successivamente e di quanta rabbia abbia provato per tutto ciò, ma che piano piano sta riuscendo a mettere da parte, anche grazie alle attività che svolge in centro. Subito dopo abbiamo cucinato insieme, in mensa, piatti tipici italiani e giordani. È stato un momento di divertimento e condivisione. Abbiamo mangiato tutti insieme seduti a una grande tavolata: operatori, utenti, amici, direttori, nessuno escluso e ognuno, in qualche modo, durante quel pomeriggio ha donato un pezzettino di sé.  

Confronto e interazione a parte, quello che personalmente mi ha colpito di più questa esperienza sono state la forza e l’intensità, in così poco tempo, con cui si sono fatti strada nelle nostre vite gli istanti vissuti tra di noi; li ricorderemo nitidamente tutti per sempre. Ed è solo l’inizio di questo gemellaggio. Ci attendono altri momenti e progetti da condividere e portare avanti insieme.

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