Giornata Mondiale dell'Alimentazione Il cibo come accessibilità e sicurezza

Palmira Lucrezio racconta la sua esperienza di servizio come volontaria della mensa Caritas della parrocchia Santa Maria delle Grazie in Marigliano
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Giornata Mondiale dell'Alimentazione Il cibo come accessibilità e sicurezza

Oggi, 16 ottobre, ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione (GMA), celebrata e promossa dall' Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao) che fornisce ai Paesi assistenza tecnica in materia di strategie e normative. Inoltre, rafforza la governance e i meccanismi di monitoraggio, sviluppa le capacità e promuove il dialogo politico multilaterale al fine di trasformare i sistemi agroalimentari per una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti. La Fao ricorda che il cibo rappresenta «diversità, nutrizione, disponibilità, accessibilità e sicurezza».

«Ogni individuo - si legge nella Dichiarazione universale dei diritti uman - ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà». Secondo l'ultimo rapporto sulla povertà alimentare di ActionAid, “I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali”, sono 4,9 milioni gli italiani - l’8,4% della popolazione over 16 - che non possonono permettersi un pasto completo ogni due giorni. Così per questa occasione, il racconto di Palmira Lucrezio, come volonaria presso la mensa Caritas, diventa ancora più significativo.

«Un'esperienza coinvolgente che ti consente di stare meglio»

Questa giornata richiama l'importanza di mettere a disposizione il cibo a ciascuno, soprattutto a chi ha particolari difficoltà. Chi meglio può raccontarlo se non Palmira Lucrezio che da tanti anni è volontaria della mensa Caritas presso la parrocchia Santa Maria delle Grazie in Marigliano. «Essere volontario in una mensa Caritas significa dedicare il proprio tempo alla preparazione e distribuzione di pasti a favore di persone che versano in uno stato di indigenza. Si tratta di un'esperienza coinvolgente che ti consente di stare meglio», ha raccontato Palmira.

La mensa Caritas di Marigliano, ospitata nei locali della parrocchia guidata da don Lino D'Onofrio, non ha chiusto per la consueta pausa estiva del mese agosto scorso ma ha continuato ad accogliere i bisognosi del territorio. Grazie alla collaborazione, all’insegna della gratuità, tra le associazioni Rotary Club Marigliano Adrianea, Rete vesuviana solidale e le suore francescane elisabettine bigie, viene garantità la continuità del servizio.

L'importanza della carità

Lucrezia, attraverso il suo racconto ma soprattutto la sua esperienza da volontaria, ricorda l'importanza e il significato di fare carità oggi: «Tutte le mense Caritas hanno come scopo quello di assicurare un pasto a chi non può permetterselo, si aiutano persone singole, a volte intere famiglie, persone di varie nazionalità che vengono in Italia in cerca di lavoro o per altri motivi. A seguito della crisi economica che coinvolge tutti i paesi il numero dei pasti aumenta giorno dopo giorno».

La mensa della Caritas non è un ristorante ma è qualcosa di più. Si tratta di un luogo che ospita e accoglie persone che hanno bisogno di sentirsi amati nonostante le difficoltà. «È più complicato fare carità oggi perché abbiamo una società che da poca importanza agli ultimi, ai soggetti più fragili lasciandoli in completa solitudine. Secondo me il volontario dovrebbe instaurare un dialogo con il soggetto che fruisce del pasto, ascoltare i suoi problemi, aiutarlo il più possibile», ha concluso così Lucrezia.

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