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Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
Il 4 e il 5 ottobre si celebra la 111aGiornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che Papa Francesco ha voluto far coincidere con il Giubileo dei migranti e del mondo missionario.
Il quadro internazionale del momento è assai preoccupante con: violenze, guerre, ingiustizie e fenomeni meteorologici estremi, che obbligano milioni di persone a lasciare la loro terra d'origine per cercare rifugio altrove.
È in questo contesto, così preoccupante, che dobbiamo cogliere come reale e concreto il legame tra speranza e migrazione che Papa Leone XIV sottolinea nel suo messaggio per la giornata: “[…] Attraverso il loro affidarsi a Dio e la loro sopportazione delle avversità […] Il loro coraggio e la loro tenacia”, attraverso la loro capacità di vedere “oltre quello che i nostri occhi possono vedere” e di avviare “dialoghi interreligiosi fatti di quotidianità e di ricerca di valori comuni”.
Gesù stesso si è fatto straniero così come scrive Paolo nella Lettera ai Filippesi: «Pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò sé stesso assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini».
Con questa certezza e proprio ora durante la fase profetica del cammino sinodale, come comunità possiamo impegnarci a vivere esperienze di reale accoglienza e integrazione. Ad esempio, attraverso i corridoi umanitari, universitari e lavorativi la “comunità si mette in movimento, si lascia evangelizzare dall’incontro reciproco” (S.E.R. Mons. Giuseppe Andrea Salvatore Baturi). Tuttavia, è indispensabile che il processo di cura da parte delle comunità sia supportato dalla collaborazione con le istituzioni locali. Nondimeno i governi sono chiamati a creare cornici normative che promuovano la dignità di ogni persona e la scuola, già multietnica, a farsi sempre più realmente plurale e aperta.