Emergenza carceri: intervista a Carlo Mele, Garante per i diritti dei detenuti nella Provincia di Avellino

La situazione attuale è diventata drammatica ed il percorso della Giustizia riparativa proposto dalle Caritas prova a dare soluzioni concrete
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Emergenza carceri: intervista a Carlo Mele, Garante per i diritti dei detenuti nella Provincia di Avellino

Uno dei temi più dibattuti in Italia, sul piano politico e sociale, è la situazione emergenziale e drammatica in cui si trovano le carceri. Emergono così, ancora con più forza, il servizio e il percorso della Giustizia riparativa che la Caritas mette in campo con l'obiettivo di accogliere nelle proprie strutture, attraverso i servizi caritativi, minori e adulti sottoposti all'istituto della messa alla prova e alla misure alternative. Ad intervenire sull'argomento è Carlo Mele, Garante per i diritti dei detenuti nella Provincia di Avellino e precedentemente responsabile della Caritas Campania.

Carlo Mele: «Le carceri, attualmente, stanno vivendo un momento drammatico»

  • In base alla sua esperienza, quanto è importante la giustizia riparativa?
    Il percorso di Giustizia riparativa ha una duplice finalità: far riflettere il reo sul reato commesso e stimolarlo a riparare, possibilmente, nel trovare modalità di dialogo/confronto con la vittima; sostenere la vittima nel momento drammatico che spesso vive da solo, elaborare il dramma cercando di creare i presupposti affinché vittima e reo si incontrino e trovino insieme modalità di confronto.
  • Chiesa e Comunità come possono aiutare in sostanza?
    Chiesa e comunità sono fondamentali in questo processo perché, organizzando momenti pubblici aperti, possono facilitare la discussione e il confronto con logiche diverse dagli stereotipi finora affrontati come, ad esempio, i cattivi restano cattivi e vanno chiusi in carcere. La chiave va buttata!
  • Qual è la situazione attuale nelle carceri?
    Le carceri, attualmente, stanno vivendo un momento drammatico: sovraffollamento (63.000 su 45.000 posti), sanità penitenziaria con particolare dramma sulla salute mentale, suicidi (67 dall'inizio del 2024, più i 7 agenti di polizia penitenziaria) e tentati suicidi (molti di più), strutture fatiscenti( afa e razionamento idrico), attività trattamentali insufficienti, assistenza legale assicurata solo a chi può pagare, affettività scarsa dovuta anche a situazioni di povertà familiare e lontananza dai luoghi di residenza e molte altre criticità.
  • Il nuovo decreto servirà a superare l’emergenza e le difficoltà evidenti?
    Il decreto appena approvato parte male! La logica dell’emergenza è utile, se lo è, solo in un spazio di tempo molto breve e non affronta i reali problemi della giustizia italiana. L’art. 27 della Costituzione italiana si dispone che le 'pene' (tutte) devono rispondere a due requisiti: non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità' e devono tendere alla rieducazione del condannato. La civiltà di un paese si vede da come gestisce la giustizia e, in particolare, le carceri. Non siamo un paese civile, ci condanna anche l’Europa.

Una vita al fianco degli ultimi

Carlo Mele, classe 1956, è nato e vive ad Avellino. Tra l'aprile del 1976 e il giugno del 1990, è stato impiegato nel settore metalmeccanico. Dal 1988 la sua vita è stata e continua ad essere spesa per gli altri. Carlo, infatti, si è impegnato, poco più che trentenne, come coordinatore e responsabile di progetto nei servizi "Opere segno": Centri diurni, Comunità terapeutiche, Servizi alla persona. Tutti promossi dalla Caritas diocesana di Avellino. 

Il suo servizio in Caritas lo ha visto impegnato nelle carceri, con gli anziani, con persone con diverse dipendenze e senza fissa dimora. Non solo perché l'esperienza di Carlo è stata messa al servizio, tra i diversi settore in cui si è reso disponbile, anche di vittime di usura e di donne vittime di abuso.

Dal 1996 riveste l'incarico di Segretario Generale, con funzione amministrative e di rappresentanza, presso la Caritas della dicoesi di Avellino, con responsabilità nell'aerea Servizi sociali e promozione umana. Dal 2007, riveste l'incarico di Segretario Generale della Fondazione Opsus Solidarietatis Pax onlus, promossa dalla diocesi di Avellino. Nel maggio del 2012, è stato nominato vice direttore della Caritas diocesana di Avellino. Nel novembre del 2012, è stato nominato Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della provincia di Avellino. Infine, nel 2014 è nominato Direttore della Caritas diocesana di Avellino.

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