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«Vas.Co. Solidale»: la Caritas della diocesi di Nola lancia un nuovo progetto
La Caritas della diocesi di Nola lancia un nuovo progetto: il prossimo 16 marzo, prenderà il via «Vas.Co. Solidale» con l'obiettivo di avviare processi di collaborazione tra le parrocchie presenti in uno stesso comune o in comuni limitrofi e accompagnarli perché diventino prassi. La città pilota del progetto sarà Pomigliano d'Arco: circa trenta volontari delle sei parrocchie cittadine inizieranno un percorso formativo che li aiuterà a divenire promotori e coordinatori di percorsi di collaborazione interparrocchiali.
«Vas.Co. Solidale»: il nuovo progetto della Caritas diocesana di Nola
Al centro del nuovo percorso formativo «Vas.Co. Solidale», ci saranno le caritas parrocchiali che diventano promotrici di «Patti di Comunità» con i diversi soggetti territoriali che svolgono attività di servizio e tutela a favore delle persone disagiate. Il nome del progetto «Vas.Co.» rimanda al principio dei «Vasi comunicanti»: tutti gli attori coinvolti nel contrasto alle povertà, in uno stesso territorio, potranno essere coinvolti, dalle parrocchie, in processi organizzati di azione pastorale e, al tempo stesso, politica: inclusi i poveri. Ognuno metterà a disposizione degli altri le proprie risorse e la propria esperienza.
All'avvio del percorso formativo, sabato 16 marzo presso il Centro San Paolino a Pomigliano D’Arco, ci sarà il vescovo di Nola, Francesco Marino che relazionerà sul tema «L’agire Caritas: il dono della carità dentro la storia». Con questo incontro inizierà il primo dei tre moduli formativi in cui è articolato il nuovo progetto della Caritas di Nola, quello dedicatoall’«Identità» che prevede altri due momenti incentrati sul tema: «L’agire Caritas: ascoltare, osservare e agire» e «L’agire Caritas: Caritas parrocchiale e Caritas cittadina».
Don Arcangelo Iovino: «Un'esperienza di comunione»
Il direttore della Caritas della diocesi di Nola, don Arcangelo Iovino, sull'edizione di febbraio di inDialogo, ha spiegato l'importanza di «Vas.Co. Solidale» per il territorio. Per le parrocchie «significa collegarsi all’esemplarità fondante della prima comunità cristiana descritta dagli Atti degli apostoli, in cui subito è viva l’esigenza di “mettere in comune i propri beni”, così come insieme si ascolta la parola di Dio e si spezza l’unico pane dell’Eucaristia – ha dichiarato don Iovino -. Questa necessità “di mettere in comune i propri beni” non è solo “pratica” ma è esperienza di comunione e quindi non può coinvolgere solo una singola comunità cristiana ma tutti i cristiani presenti in un determinato territorio».
Il progetto «Vas.Co. Solidale», ha aggiunto Iovino, «nasce, infatti, dalla necessità di approfondire sempre di più l’idea che la parrocchia è il primo e insostituibile spazio ecclesiale in cui si alimenta la crescita di una Carità che significa disponibilità personale e insieme proposta missionaria, attraverso gesti e impegni comunitari».
La collaborazione delle caritas parrocchiali con istituzioni e aggregazioni sociali, serve ad evitare il rischio che, ha spiegato ancora il direttore Iovino «“il mettere in comune i beni” possa farci vivere l’esperienza di comunione solo tra noi. Perciò mi piace anche accompagnare, all’esperienza riportata dagli Atti degli Apostoli, il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci riportato dai Vangeli, perché oltre ad evidenziare l’importanza della condivisione, della collaborazione, mi piace leggere, nel “cercare tra la folla”, il rendere partecipe proprio tutti e quindi non solo noi comunità cristiana». Attraverso un’esperienza laboratoriale attiva e dinamica intorno al tema della partecipazione locale e del welfare, il progetto «Vas.Co. Solidale» permetterà ai responsabili della carità delle parrocchie di acquisire un nuovo stile nell’aiuto concreto ai poveri e imparare a dare le giuste risposte a problemi sempre più complessi, con un approccio che sia culturale e metodologico al tempo stesso.
«Come Caritas diocesana - ha concluso il direttore don Arcangelo Iovino - vogliamo accompagnare le Caritas parrocchiali perché diventino centri di animazione e promozione della Carità. Per raggiungere questo obiettivo è importante aiutarle a crescere sempre di più anche nello spirito di comunione così che come unica comunità cristiana possiamo camminare insieme annunciando la Carità di Cristo e valorizzando il tanto bene presente nei nostri comuni».