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“È la carità che ci fa essere”: incontro con la Caritas di Mondragone
Il prossimo 11 settembre, i referenti delle Caritas parrocchiali della diocesi di Nola incontrano i responsabili della Caritas di San Rufino Vescono in Mondragone. Guidati da don Salvatore Barbella, il gruppo nolano vivrà una giornata di formazione e confronto.
Una giornata di formazione in uscita per la Caritas della diocesi di Nola
La formazione per i responsabili delle Caritas parrocchiali della diocesi di Nola continua in esterna e alla guida ci sarà don Salvatore Barbella: «Il Romano Pontefice, nel suo messaggio ai partecipanti alla 22ª Assemblea Generale di Caritas Internationalis, ha affermato: "È la carità che ci fa essere". Con questa consapevolezza, desideriamo concludere il nostro cammino di formazione, pur consapevoli che il nostro percorso nella carità non avrà mai fine. La Caritas di Mondragone, curata da don Osvaldo Morelli e dai volontari, ci aiuterà a vivere e sperimentare la bellezza di portare a tutti i fratelli e le sorelle la luce della trasfigurazione e dell'amore di Dio».
L'arrivo presso la parrocchia della diocesi di Sessa Aurunca è previsto per le 19 con la Santa Messa iniziale. A seguire ci saranno alcune testimonianze con dibattito e confronto. L'Agape fraterna concluderà la giornata di formazione.
Don Salvatore Barbella: "Sogno parrocchie che pongano al centro la famiglia umana, con tutte le sue bellezze e povertà"
La formazione e le esperienze vissute negli ultimi mesi hanno, senza altro, arricchito il percorso iniziato nella Caritas della diocesi di Nola da Don Salvatore che racconta i suoi i primi passi mossi ma anche il suo servizio come guida delle Caritas parrocchiali: «Oggi, grazie all'invito del vescovo Francesco Marino, del direttore Don Arcangelo Iovino e del vice direttore Raffaele Cerciello, mi occupo delle Caritas parrocchiali della diocesi di Nola. Un compito non sempre facile, ma essenziale se vogliamo davvero mettere i poveri al centro delle nostre parrocchie e della vita diocesana».
Don Salvatore evidenzia com'è stato il suo ingresso nella famiglia della Caritas: «Mi sono avvicinato alla Caritas diocesana grazie all'invito di un confratello, don Sebastiano Marino, che mi chiese di dare una mano durante le selezioni per il servizio civile. Quando l'anno di servizio civile universale ebbe inizio, mi proposero di diventare l'Operatore locale del Progetto(Olp) per la sede di Nola. Così è iniziato il mio percorso nella famiglia Caritas. Tra studio e relazioni, ho vissuto e scoperto ciò che il metodo Caritas insegna: ascoltare, osservare e discernere. Questo approccio, che avevo già incontrato durante la mia formazione in seminario, ho avuto modo di approfondirlo ulteriormente. Così, nel mio ministero, ho imparato e continuo a imparare che al centro di ogni pensiero e azione non c'è il semplice agire, ma la persona umana, che prima di essere "semplicemente" aiutata, chiede di essere accolta e amata».
Infine, don Salvatore fa emergere quella che è la sua visione per le Carotas parrocchiali: «Nel mese di maggio, dopo aver partecipato con alcuni referenti parrocchiali alla formazione per le Caritas parrocchiali e i centri di ascolto, ho riscoperto che la vulnerabilità è il luogo in cui si incontra Dio. Questo luogo teologico diventa evidente a chi riconosce se stesso come il primo povero, bisognoso di cibo, acqua, accoglienza, vestiti e di essere visitato (cfr. Mt 25,35-40). Di fronte alle povertà che ci abitano, siamo chiamati a coprire chi è scoperto, cioè ad accogliere questa fragilità, riconoscendone tutta la bellezza e dignità, poiché è una vulnerabilità che Gesù stesso ha vissuto. E per il futuro? Sogno parrocchie che pongano realmente al centro della pastorale la famiglia umana, con tutte le sue bellezze e povertà. L'Uomo di Nazareth, Gesù Cristo, il Maestro, ci invita a entrare personalmente negli angoli più nascosti e difficili della storia, per incontrarlo lì, nel cuore di chi lo cerca tra le fatiche ordinarie e straordinarie della vita».